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L'invenzione di Gerusalemme città santa dei musulmani

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In Palestina l'Islam è arrivato secoli dopo la nascita e lo sviluppo del Cristianesimo, dove tra l'altro, in sintonia con gli scritti sacri della Bibbia , assieme agli Ebrei , quella terra ha un posto rilevante nella devozione dei fedeli, riconoscendone anche un ruolo escatologico.  Dopo l'arrivo dei musulmani, l'Islam ha preso "in prestito", oltre le terre, anche le figure escatologiche inerenti ad esse, come riportato nelle sacre scritture ebraiche e cristiane.  Maometto era analfabeta, ma apprese le credenze dell'ebraismo e del cristianesimo da altri, e spesso, nella stesura del Corano, ha confuso alcuni fatti e credenze riportate nella Bibbia.  Ad esempio, nel Corano viene identifica Miriam, la sorella di Mosè, come la Maria, la madre di Gesù.  Anche riguardo  Gerusalemme , sebbene non appaia nemmeno una volta nel Corano, l'Islam vede la città come un ruolo centrale nel "tempo della fine", cosa che viene riportata solo in alcuni hadith (

Gli ebrei messianici - Origini e caratteristiche generali

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Vi sono degli ebrei cristiani, che credono che Gesù è il Messia d' Israele e che, continuando a dirsi ebrei e condividendo la fede cristiana , non vogliono " cambiare religione ".  Situazione difficile, perché, per le autorità rabbiniche, loro non sono più ebrei, e per i cristiani delle chiese tradizionali non sono veramente cristiani, perché non si considerano obbligatoriamente cattolici, protestanti o ortodossi.  In effetti, se non ci fossero stati degli ebrei che avrebbero riconosciuto nell'ebreo Gesù il Messia d'Israele, non ci sarebbero mai stati dei cristiani, dei gentili cristiani.  Sono stati necessari quegli ebrei che vivevano 2.000 anni fa in Galilea per dire: " Colui di cui è scritto nella legge di Mosè e nei Profeti, noi l'abbiamo trovato: è Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazareth " ( Giovanni 1:45 ).  Anche oggi degli ebrei, e per di più in Israele, scoprono e riconoscono Gesù come Messia d'Israele e desiderano condividere la loro

Yom Kippur

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Yom Kippur (letteralmente “giorno dell’espiazione”). Giorno di digiuno e di preghiera per l'espiazione e il perdono delle colpe, celebrato il 10 del mese di Tishrì.  In questa sola occasione il sommo sacerdote nel Tempio pronunciava il nome di Dio all'interno del Santo dei santi, dopo aver sacrificato l'agnello per l'espiazione dei peccati di tutto il popolo.  Attualmente in sinagoga la celebrazione prevede una solenne confessione dei peccati e il suono dello shofar.

Talmud

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Talmud tradotto letteralmente significa "studio".  E' formato dalla Mishnà e dalla Ghemarà e raccoglie l’insieme delle discussioni rabbiniche risalenti al periodo tra il IV e il VI secolo e.v..  Ne esistono due redazioni: una più ampia e autorevole, la Babilonese (che raccoglie oltre a materiale giuridico e normativo, anche leggende, vite di maestri, preghiere, detti, midrash ecc.); e una più breve, Palestinese o di Gerusalemme.

Kibbuz

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Kibbutz  (Raggruppamento).  Si tratta dell’insediamento collettivo degli ebrei in Israele.  Nei Kibbutz non esiste la proprietà privata, la vita si svolge in forma comunitaria, tutti godono gli stessi diritti e vivono dei prodotti del lavoro comune, generalmente prodotti agricoli.  I primi Kibbutz risalgono al 1909, più tardi si assemblano secondo le varie ideologie, formando delle federazioni.   Ancora oggi i Kibbutz rappresentano il ramo più importante dell’economia agricola israeliana.  

Kasher

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Kasher (o anche Kosher, letteralmente “adatto”).  Detto di ciò che è conforme alla norma biblica (contenuta principalmente nel libro del Levitico) e rabbinica sulla purità dei cibi permessi, sul modo di cucinarli e servirli.  È relativa anche ai tessuti, ai libri sacri, utensili ecc.  Per ciò che riguarda gli animali sono considerati puri i quadrupedi  ruminanti dallo zoccolo biforcuto (ovini e bovini); i pesci dotati di pinne e squame; e i volatili non rapaci.  In senso lato il termine indica il possesso dei requisiti richiesti secondo la regola della Torah. 

La rinascita di Israele

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La naturale metamorfosi della nazione ebrea. Il 14 maggio 1948, alla proclamazione dello Stato d’Israele, tutto sembra avere un nuovo inizio.  E di fatto, inizia una costruzione nuova, un progetto che si proietta nel futuro, alle spalle vi sono le macerie e la morte.  La diaspora europea ha appena vissuto la sua ora più tragica, un’ora che è durata anni angoscianti, fino allo sterminio di milioni di persone.  E fu sera e fu mattino, ricorda la Torah : se c’è mai stata una sera sulla Terra, una notte interminabile, è stata quella che precede il 1948. E il mattino? Dove comincia, da dove lo si misura?  C’è una continuità segreta, a cui spesso non si fa attenzione, tra il prima e il dopo Israele.  Certo, la compagine moderna di uno Stato, l’esercito, l’infrastruttura politica, sembrano nascere come dal nulla.  C’è una plasmabilità, nella vicenda israeliana di questi primi settantanni, sconosciuta a chi vive in Paesi dalle tradizioni antiche, dalle burocrazie secolari, cresciute strato dop

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