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Voglio raccontarvi dell'ultimo mio viaggio in Israele avvenuto lo scorso mese di Giugno.
La storia inizia in primavera, quando vengo informato che l'Associazione Ebenezer ha organizzato uno dei suoi viaggi che portano gli immigranti ebrei in Israele.
Pescatori di Olim.
Analogamente ad altre iniziative simili, come per esempio l'Operazione Jabotinsky, Ebenezer è un fondo d'aiuto per sostenere gli Ebrei dell'ex Unione Sovietica e aiutarli a rientrare nella Terra Promessa, in conformità alle profezie bibliche per gli ultimi giorni: "Così parla il Signore Dio: Ecco, io alzerò la mia mano verso le nazioni, innalzerò la mia bandiera verso i popoli, ed essi ti ricondurranno i tuoi figli in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle" (Isaia 49:22).
Dalla Parola di Dio appare evidente che per gli ultimi giorni il Signore ha deciso che i popoli delle nazioni aiuteranno gli Ebrei a ritornare nella patria da Lui promessa ad Abramo.
Per contribuire a realizzare questa Parola vengono inviati dei team di "pescatori" in tutte le repubbliche ex sovietiche.
I pescatori sono cristiani e provengono dalle più diverse nazioni del mondo; dovunque arrivano, cercano gli Ebrei per condividere con loro l'amore del Padre e la possibilità di rientrare in Israele, e li aiutano nel disbrigo delle pratiche amministrative.
Rotta verso Israele.
Arrivo dunque a Odessa, nel centro dove vengono accolte le famiglie ebree che giungono da tutte le parti in treno o in autobus.
Dopo un paio di giorni ci imbarchiamo sulla Jasmine, una bella nave da crociera, secondo Isaia 60:9.
Su questa, gli immigranti ebrei (Olim) vengono serviti e aiutati.
È commovente osservare come una ragazza russa cristiana racconta storie bibliche dell'Antico Testamento a bambini ebrei, figli di immigranti.
In questo viaggio, il numero degli Olim è al minimo, sono soltanto una cinquantina.
Durante altri viaggi erano sovente molte centinaia per volta.
In totale, in 10 anni di attività, Ebenezer ha aiutato oltre 100.000 Ebrei a ritornare in patria!
Molti di questi si pongono domande sul perché dell'aiuto dei cristiani, e cercano la risposta.
Il viaggio trascorre bene.
I punti più critici sono il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli.
Sono due punti strategici, e i gruppi d'intercessione sulla nave e in diverse nazioni pregano più intensamente. L'equipaggio della nave è al corrente del lavoro di Ebenezer, e in caso di bisogno si rivolgono al coordinatore che accompagna gli Olim.
Un paio d'anni fa, durante una traversata del Mar Nero c'era una forte tempesta, per cui il capitano aveva deciso di costeggiare la riva dell'Ucraina e della Romania.
Dopo due giorni tutti i passeggeri stavano veramente male.
Il gruppo d'intercessione si è allora messo a pregare più intensamente.
Dopo un po la nave ha cominciato a navigare come se il mare fosse calmo, ma guardando fuori dagli oblò si vedeva la tempesta...
Esperienze come queste si ripetono regolarmente, assieme a miracoli nella vita degli Ebrei che ritornano in patria.
La protezione di Dio.
Arrivato a Haifa trovo un Bed & Breakfast presso una sorella messianica (una ebrea che crede che Gesù è il Messia tanto atteso dal suo popolo).
Lei mi racconta di aver lasciato un buon lavoro perché il Signore l'ha chiamata al Suo servizio.
Ha il ministero di visitare: va a trovare famiglie povere ebree ed arabe, portando conforto e aiuto materiale; visita le vittime di attentati terroristici negli ospedali, portando sostegno e preghiera; distribuisce volantini per offrire il film "Jesus", e lo consegna personalmente a chi ne fa richiesta.
Un gruppo della sua chiesa va regolarmente su un'altura sopra Haifa per cantare, testimoniare e intercedere per la città.
Se qualcuno vuole passare da Haifa, il suo alloggio è conveniente e molto simpatico, si chiama The Quiet Place.
Trascorro poi qualche giorno a Gerusalemme, la città del Re, alloggiando nel convento delle Clarisse.
Non è lontano dalla città vecchia e usufruisco di una camera modesta a un prezzo molto contenuto.
Le suore parlano francese.
Al momento della partenza mi rammentano di pregare per la pace di Gerusalemme (Salmi 122:6).
Quando prendo il bus a Gerusalemme, sono sempre più consapevole di essere vivo.
Ma la mano del Signore è sopra quelli che lo temono, lo dimostra l'esperienza di una Ebrea messianica di Haifa.
La ragazza aspettava l'autobus per andare al lavoro, quando si fermò un taxi e le chiese di salire.
Lei rispose di no, poiché aveva già il biglietto e non voleva pagare due volte.
Il tassista le disse: "Non devi pagare, sali pure".
Allora la ragazza salì.
Poco dopo arrivò il bus che lei avrebbe dovuto prendere ed esplose, perché un kamikaze vi era appena salito per fare una strage... il Signore ha misericordia dei suoi.
Un popolo speciale.
Perché Israele è speciale?
Perché Dio ha scelto questa terra per manifestarsi!
Questa è la terra sulla quale ha camminato il Messia; la terra sulla quale Gesù ritornerà per regnare su tutte le nazioni (siamo sempre più vicini al "grande giorno").
È la terra che Dio ha dato ad Abramo e ai suoi discendenti per rivelarsi in modo particolare.
Nel Suo agire nei confronti di Israele possiamo scorgere la natura e il carattere di Dio: giusto e fedele alle Sue promesse; un Dio potente che chiama alla vita i morti e all'esistenza le cose che non sono.
Ma Dio ama forse gli ebrei più degli italiani o dei palestinesi?
In Deuteronomio 33:3 è scritto: "II Signore ama i popoli!".
Ma è scritto anche: "II Vangelo è potenza di Dio per la Salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco!" (Romani 1:16); e ancora: "Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Giudeo prima e poi sul Greco! Ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene, al Giudeo prima e poi al Greco!" (Romani 2:9-10).
Nella Sua sovranità, Dio ha scelto di dare la preminenza agli Ebrei, sia nelle benedizioni che nei giudizi.
Se noi Gentili accettiamo questa priorità, ci mettiamo sotto la Sua volontà; se la rifiutiamo, ci mettiamo contro.
I Suoi piani per gli ultimi giorni comprendono, oltre all'evangelizzazione mondiale, anche la restaurazione di Israele, poiché Gesù ha detto che non ritornerà prima che sia stato proclamato il Vangelo a tutte le nazioni, e prima che gli Ebrei, rivolti a Lui, dicano: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!" (Matteo23:39).
Che cosa possiamo fare?
Nel frattempo, se vogliamo seguire i Suoi piani, possiamo confortare, aiutare, pregare per Israele; rallegrarci con lui e sostenerlo.
Ecco alcuni passi biblici a riguardo: "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio" (Isaia 40:1);
"Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:3);
"La Macedonia e I'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme" (Romani 15:26);
"Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli!" (Salmi 122:6);
"Esultate, cieli, e tu, terra,festeggia! Prorompete in grida di gioia, monti, poiché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi afflitti" (Isaia 49:13).
Oggi, più che mai, Israele ha bisogno dell'aiuto e della preghiera dei cristiani, perché sta per entrare nella fase più critica e drammatica di tutta la sua storia.
Ma, grazie a Dio, Lui rimarrà fedele al Suo popolo e lo sosterrà.
Mettiamoci dunque decisamente dalla Sua parte!
Sandro Ribi
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